Le aree interne coprono oltre il 60% della superficie del nostro Paese, costituiscono un patrimonio importante in termini di risorse umane, culturali, ambientali e paesaggistiche e rappresentano un’opportunità di sviluppo e di crescita per l’intero Paese. Una parte rilevante di questo territorio, tuttavia, ha subito nel tempo un processo di marginalizzazione caratterizzato da un progressivo decremento demografico e da un impoverimento di servizi pubblici e privati che ne hanno determinato il graduale abbandono. La salute, in particolare, rappresenta uno degli ambiti maggiormente problematici di queste aree poiché l’impossibilità di accedere a servizi e prestazioni è causa di rinuncia alle cure, compromette di fatto il godimento del diritto di cittadinanza e genera marcate disuguaglianze tra le persone.
Non si tratta però di un processo incontrovertibile, tutt’altro. E a dimostrarlo sono le tante buone pratiche di rinascita e rivitalizzazione diffuse sul territorio che vedono, quale elemento peculiare e caratterizzante, il protagonismo delle comunità residenti.
Il convegno/formazione " Bisogni e risposte di salute nelle aree interne", che si terrà il prossimo 1 e il 2 marzo a Sansepolcro (AR), è rivolto a tutti coloro che, all’interno di un servizio pubblico, di un’amministrazione comunale, di un’organizzazione della cittadinanza attiva/pazienti o a titolo individuale, si trovano a progettare, accompagnare, collaborare o partecipare a processi di riorganizzazione dei servizi per la salute nelle aree interne, ovvero quei territori a rischio di spopolamento, significativamente distanti dai principali centri di offerta di servizi essenziali, ricchi di risorse ambientali e culturali. L'iniziativa è promossa dalla "Scuola di alta formazione. Diritti e partecipazione in sanità" di Cittadinanzattiva, in collaborazione con la Strategia nazionale per le Aree interne e l'associazione Progetto Valtiberina.
La partecipazione è gratuita, previa iscrizione.
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